Cosa scelgo? Meglio salvare il dente o piuttosto sostituirlo con un impianto?
Forse non é la domanda migliore.. forse le domanda giuste sono: – Il dente può essere salvato? – Si può almeno provare? – Ne vale la pena? Peccato che per la risposta a quest’ultime domande un post non basta. Serve una visita accurata, radiografie e altri esami strumentali. Serve valutare caso per caso: dente per dente, bocca per bocca, paziente per paziente.
Se invece sappiamo già che il dente può essere recuperato e ci domandiamo se vale veramente la la pena farlo. Se é utile cimentarsi in terapie, a volte, complesse pur di non perderlo, allora questo articolo fa al caso tuo e qui troverai le risposte per te.
Impianti dentali:
Ormai da anni gli impianti dentali sono un’ottima soluzione per ripristinare estetica e funzione in caso di denti mancanti. Decenni di studi e tecnologie sempre più raffinate permettono soluzioni implantari solitamente comode, belle e durature nel tempo. Sono uno strumento terapeutico ormai indispensabile nella pratica odontoiatrica di tutti i giorni.
Denti da curare
I denti possono essere cariati, danneggiati, a volte in profondità ; possono avere già subito cure, non sempre soddisfacenti. Il loro mantenimento può richiedere terapie complesse e a volte é necessario proteggerli per evitare rotture nel tempo. La scelta della terapia adatta al singolo caso non può essere oggetto di discussioni generiche, distinte da una visita ed esami strumentali. Se però queste ci sono state e ci è stata proposta già una terapia conservativa, ovvero che preveda il mantenimento del dente, ma abbiamo ancora dei dubbi sul da farsi, allora ti consiglio di continuare questa lettura
Quando il dente può essere salvato:
Quando il dente certamente può essere salvato curandolo ma siamo ancora in dubbio se mantenerlo o sostituirlo con un impianto dentale: possiamo serenamente affermare che IL TUO DENTE É MEGLIO. I motivi sono moltissimi e le valutazioni non possono prescindere dal fatto che il dente è un organo vivo, vascolarizzato, innervato, frutto di millenni di evoluzione. L’impianto, se fatto bene, è un’ottima protesi.
La domanda quindi è: cosa ha il dente più di un impianto? Proverò a riassumerlo in pochi (si fa per dire) punti:
- Dente e radice sostengono i tessuti ossei e gengivali meglio di qualunque impianto, rendendo più stabile il mantenimento nel tempo e più naturale la forma della gengiva.
- Tolto il dente l’osso rapidamente si abbassa e si assottiglia. Posizionare l’impianto nel punto ideale può non essere possibile o richiedere interventi complessi. Una posizione alterata può avere effetti svantaggiosi su estetica e mantenimento.
- L’estetica della gengiva attorno all’impianto può non essere ottimale e, a volte, richiedere piccoli interventi chirurgici migliorativi. In particolare, se sottile, può apparire grigia, l’osso attorno può essere più scavato e la papilla interdentale può non avere il sostegno necessario per riempire adeguatamente gli spazi (specie su più impianti vicini).
- Gli impianti dentali possono richiedere una pulizia quotidiana più complessa.
- Se nel tempo gengiva e osso si ritirano attorno a un dente si scopre e appare visibile la radice. Se succede attorno a un impianto e appare una spira implantare in titanio, estetica e mantenimento sono generalmente peggiori.
- I denti seguono la crescita delle ossa spostandosi con l’osso che cresce. Gli impianti vanno inseriti solo a crescita ossea ultimata.
- I denti sono capaci di spostarsi all’interno dell’osso, reagendo alle forze che hanno attorno. Vengono mantenuti allineati da guance e labbra che li spingono verso il centro e dalla lingua che li spinge verso fuori. Se perdono un contatto con un altro dente tendono da soli a spostarsi per ritrovarlo. Gli impianti sono anchilosati, ovvero bloccati nell’osso.
- Possiamo tutta la vita spostare i denti usando un apparecchio ortodontico.
- Il dente è ammortizzato, perché collegato all’osso da un legamento, chiamato legamento parodontale, che permette un leggerissimo movimento a ogni dente, proteggendolo dai traumi.
- La malattia tipica dei tessuti attorno al denti è la parodontite, malattia che generalmente, se non trattata, avanza lentamente (grazie alle difese proprie del dente) e per farci perdere un dente può impiegare decine di anni; il corrispettivo negli impianti è la perimplantite, che, se non intercettata precocemente e trattata, può in pochi mesi portare alla perdita dell’impianto.
- Un’innervazione propriocettiva. La radice è circondata da tanti piccoli recettori sensitivi che ci permettono di percepire la pressione sul dente naturale, guidandoci nei movimenti della bocca. Quando accidentalmente ci imbattiamo in qualcosa di inaspettatamente duro tra i denti (come il nocciolo di un’oliva), un riflesso del tutto involontario ci porta immediatamente a rilasciare il morso e aprire la bocca, proteggendo il dente. Niente di tutto ciò è presente attorno agli impianti dentali.
- Mantenendo il dente attuiamo una terapia più conservativa che lascia la strada aperta per terapie più invasive o demolitive se in futuro ce ne sarà bisogno.
In più il dente è composto da una dentina morbida ed elastica all’interno, uno smalto duro e tralucente fuori, una polpa al centro, con cellule vive, pronte ad apporre nuova dentina e con vasi sanguigni e innervazioni nervose. Attorno alla radice, il cemento radicolare, il legamento, l’osso alveolare. È il frutto della natura e dei millenni.
Quando mancano, spesso é utile sostituirli e l’implantologia può essere un’ottima possibilità per il ripristino della funzione e dell’estetica, come meglio una protesi può fare.